Se i manicomi sono stati chiusi, la cultura manicomiale sembra sopravvivere in alcune istituzioni che ne riproducono la struttura, di tipo "materno": certe comunità terapeutiche possono dare l'impressione di un grembo protettivo e rassicurante, in cui il paziente trova una via di fuga dalle difficoltà esterne, dalla fatica e dalla responsabilità di crescere. In che cosa consiste l'idea base delle comunità "Lighea"? Semplicemente nel porsi come una presenza "paterna", nel pretendere dal malato lo sforzo di vivere durante la malattia. Pretendere che si alzi dal letto all'ora stabilita, osservi alcune semplici regole, si assuma piccole responsabilità. Curare purtroppo non significa necessariamente guarire tuttavia è possibile far sì che le crisi diventino più rare e meno laceranti, insegnare al paziente a convivere con il suo disagio senza restarne sopraffatto. Il libro, che si legge con grande interesse, come un racconto, presenta le storie di alcuni giovani con gravi problemi psichici che dopo un periodo di permanenza in comunità sono arrivati a far coincidere il raggiungimento dell'età adulta con la capacità di gestire la propria vita con soddisfacente grado di autonomia.
Autori: Gustavo Pietropolli Charmet e Giampietro Savuto
Copertina flessibile: 144 pagine
Editore: Bollati Boringhieri
Data: 18 maggio 2001
Collana: L'esperienza psicologica e medica
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